Carlos Di Sarli. Un retrato di Maurizio Maiorana

disarliCerto, qualcuno prima o poi ce lo deve spiegare perchè l’autore di Bahia Blanca portava sempre quegli occhiali scuri da orbo… Ecco: Il fatto è che Di Sarli, classe 1903, di quegli occhiali ne aveva bisogno. Cecato da un occhio e l’altro non era certamente combinato meglio. Poverino, non è che abbia avuto una vita facile. Già di suo era pillicuso e i suoi orchestrali non vedevano l’ora di toglierselo dalle scatole per come li costringeva a provare spaccando il pelo in quattro…

(Ascolta uno dei brani più belli di Carlos di Sarli: Ensuenos)

Pero’ quando l’orchestra suonava…. era un piacere ascoltare tutto quel romanticismo che sprigionava … ma era troppo controcorrente, rischiava di non lavorare e il suo rivale D’Arienzo invece si era inventato quello stile cosi accelerato, quasi violento, trascinante che molto piaceva ai tangueri porteñi.

Caro Di Sarli che sfiga! e quel D’Arienzo invece: tutte le fortune.

Non hai vissuto nemmeno tanto a lungo per poterti godere in pace la vecchiaia che non è mai arrivata e i frutti che tardivamente sei riuscito a raccogliere con la tua musica, quando ti chiamavano El Señor del Tango… Quel D’Arienzo invece… ti è sopravvissuto di ben 16 anni.

Anche adesso hai i tuoi detrattori, non è che ti lasciano in pace… e siccome le tue musiche sono molto semplici da ballare anche per i principianti, molti le snobbano bollandole come musiche buone per imparare ma non per ballare. Invece noi sappiamo che la tua musica è ricca di sound, di swing, a volte echeggia un ragtime, altre volte un ritmo quasi jazz… ci sapevi fare caro Di Sarli.

Come faremmo senza il tuo Ensueños o senza la voce dei cantanti che hai portato a grandi livelli come quando invitasti Roberto Rufino ancora sedicenne a cantare con te e fu un successo pauroso o Alberto Podestà che ancora oggi a Buenos Aires 85enne qualche cantata se la fa e… pazienza se nei lontani anni ’30 sei andato in esilio a Rosario lasciando la tua orchestra continuare senza di te oppure se nei ’40 hai dovuto adeguare la velocità delle tue esecuzioni un po’ a quelle di D’Arienzo per poter lavorare…

Alla fine sei sull’olimpo dei musicisti di tango che hanno contato in tutte le epoche e questo risultato lo devi solo a te stesso.

Ti bollavano come portatore di jella, non ti hanno lasciato in pace. Un po’ come succedeva in Italia con Mia Martini. Invece eri un uomo buono. Commendatore del Regno d’Italia per aver aiutato le famiglie vittime della guerra, le famiglie italiane perchè in Italia c’erano le tue origini.

Ma sulle note dei Bahia Blanca, l’omaggio che hai voluto regalare alla tua città natale, io mi ci perdo. Li c’e’ tutto il tuo tango, la tua passione, il tuo mestiere. Quel mestiere che ti sei inventato già a 13 anni quando suonavi le zarzuelas in giro per la provincia, lontano da quella Buenos Aires che avresti conosciuto solo a vent’anni.

Suona Carlos, suona. Continua a suonare ogni giorno nelle milonghe di tutto il mondo. Sono sicuro che lassu’ da qualche parte, nel tuo paradiso, una Victrola ben fornita di 78 giri l’avrai trovata e qualche volta ti darai da fare con la manovella.

Grazie Carlos per la tua musica immortale.

Maurizio Maiorana [ http://www.mauriziomaiorana.com/dblog/]

7 commenti

  1. Complimenti per il post, bello, commovente, ricco di emozioni. Il tango nasconde tante storia come questa. Grazie a El Señor del Tango che ci ha regalato così tanta bella musica, e un grazie anche a Maurizio Maiorana che con questo post ha aperto un altro piccolo spiraglio in questo meraviglioso universo che è il tango.

  2. Carlos è quello che io chiamo un uomo di tango. Una vita dedicata alla più grande e viscerale delle passioni: il tango. Complimenti per l’iniziativa, è bello leggere e ascoltare il tango. Besos G.

  3. E’ una piacevole sorpresa scoprire che nel Tango c’è anche un pò della cultura Italiana.

    Rileggendo il post alla luce di quanto ha scritto Maurizio nel suo Blog si evince, a raggion veduto, che c’è molto bisogno di cultura “Tanguera”. Riporto una parte del Post dal Blog di Maurizio che è illuminante:

    “Ma cosa ballano? Fanno le stesse cose che sia D’Arienzo o che sia Pugliese, che sia Di Sarli o tango elettronico… e lo fanno anche male, nel senso che si fermano nel mezzo di un compas trascinante o camminano come pazzi in una pausa…. cazzo…. o sono geni o fanno veramente cagare… e siccome geni ne nascono uno ogni miliardo di abitanti… Vuoi vedere che abito in una città con dieci miliardi di abitanti e a questa serata sono stati invitati i dieci geni….no… troppo assurdo… Che poi sono le stesse persone che nemmeno è cominciata la serata e già mi chiedono di mettere gli elettronici o Gabriella Ferri (Lalallallalà…) oppure il Tango Greco o la Consoli…. Ma insomma: vi piace il tango? O vi fa schifo? Vi piacciono le orchestre che negli anni ’40 hanno dato il meglio del tango? Certo anche a me piace vedere ballare tango su “Via Via…. vieni via con me….” del Conte astigiano ma ogni tanto. Avete mai sentito parlare di un certo Pugliese? “

  4. Caro Mauri, benvenuto intanto nel nostro blog dove hai portato un po’ della sapienza che di solito dispensi dalla consolle…
    io lo confesso di musica ne capisco poco e niente ma Di Sarli è Di Sarli! e Bahia Blanca la suoneria del mio telefono!
    Con questo post ce lo hai fatto conoscere in maniera inusuale… attraverso aneddoti e curiosità che ci presentano Carlos sotto un’altra veste…
    spero che tornerai a raccontarcene altri e a svelarci altri autori…
    così forse magari io come tanti altri impareremo a conoscerli un po’ di più… e qualcuno smetterà di chiederti “Lalallallalà…” a prima tanda e si godrà un po’ di più un bel Pugliese o un D’Arienzo! certo saperli ballare bene, è un’altra storia…

  5. Un bel ritratto di Di Sarli, uomo che ha avuto il merito di rendere il tango molto melodico e struggente rispetto a molti autori più quotati dalla critica e dalla stragrande maggioranza dei tangueri. Vero è che Carlos Di Sarli fu schiacciato per anni dalla concorrenza di D’Arienzo, (tipo Bartali contro Coppi), ma nel corso del tempo piano piano ha recuperato, come detto giustamente nel post, molte posizioni di gradimento. Qualcuno ha definito il pianoforte di Di Sarli il più tanguero di tutti e per quanto mi riguarda gli ho perfino reso omaggio andandolo a trovare al cimitero della Chacarita a Buenos Aires (lì in un fazzoletto di terra sono sepolti proprio Di Sarli, Pugliese, Troilo, Discepolo etc. molto più distante si trova Gardel…. e, credetemi, l’emozione di vederli lì è stata superiore a certe tandas che si sentono suonare nei locali). D’Arienzo è molto ritmico, veloce, è uno degli autori che mi fa sudare di più ballandolo a tempo…. con Di Sarli, invece, sono obbligatorie le pause e le camminate perchè la sua è una musica da quartieri più borghesi, una musica tutta particolare che si riconosce subito per il suo stile…. unico! Aprofitto dell’occasione per augurare a tutti buon Natale e felice anno. Ciao ciao!

  6. E approfitto dell’occasione per scusarmi di tutti gli errori di battitura etc…. dato che non ho avuto il tempo di rileggere con calma il mio commento. Ciao ciao. Ivan

  7. Cìé un tango di Di Sarli che a me piace molto, purtroppo non mi capita spesso di ballarlo. E’ “Organito de la tarde”, molto evocativo, riguarda i primi organetti di strada apparsi nelle periferie di Buenos Aires. Portati da emigranti italiani, ai primi del 900, favorirono l’ingresso della melodia, e i’inevitabile intreccio con il ritmo, nella musica del tango. Questo pezzo mi piace perché lo trovo “delicato”, con una fusione molto omogenea dei vari strumenti.
    A mo’ di curiosità, nel libro di Elsa Osorio “Lezione di tango”, libro che ricalca i cento e passa anni di storia del tango, credo che uno dei protagoniosti del racconto sia proprio la contrfigura di Di Sarli. Agli amanti della musica del tango, suggerisco anche Florindo Sassone, molto simile come stile.
    Per quanto riguarda il ballo,Di Sarli spesso viene proposto ai principianti, perché nei suoi tanghi le diverse frasi musicali sono molto chiare. Si avverte l’inizio di una frase, il soggetto, il verbo, il complemento…., la fine, la pausa e via un’altra frase..
    Ma siccome nel tango si é sempre principianti questo non vuol dire che la musica di Di Sarli sia banale o ripetitiva.A Buenos Aires i vecchi milongueros hanno per esempio l’abitudine di ballare ogni frase musicale di Di Sarli con uno stile diverso, e l’effetto della musica sul ballo, o viverversa, traspare nettissimo


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